NOVELLO
SALENTO
SALENTO IGP ROSSO
Vino novello è un vino unico nel suo genere, con delle caratteristiche di produzione che lo rendono diverso da tutte le altre varietà. La sua denominazione deriva dal francese vin primeur o vin noueveau, traducibile con “primo vino” o “vino nuovo”. Spesso viene erroneamente confuso con i vini giovani o di recente vendemmia, ovvero con prodotti che non hanno ancora subito il processo di invecchiamento, perciò è bene chiarire quale sia la peculiarità che distingue questo vino: la fermentazione per macerazione carbonica. Vediamo nel dettaglio in cosa consiste questa tecnica. La macerazione carbonica prevede la conservazione dei grappoli d’uva interi, non pigiati, all’interno di un contenitore saturo di anidride carbonica, alla temperatura di circa 30°. La fermentazione delle uve è favorita dall’assenza di ossigeno che, grazie al metabolismo anaerobico intracellulare innescato negli acini, provoca la conversione degli zuccheri e dell’acido malico in alcol, con una produzione collaterale notevole di glicerolo. La buccia dei chicchi, resa fragile da questo processo, collassa sotto il peso del composto che viene a crearsi e le uve si sfaldano. Queste ultime vengono lasciate a macerare per alcuni giorni, mentre l’alcol ricava gli aromi e il colore dalle bucce. Al termine di questa fase, ciò che resta delle uve viene pigiato e vinificato secondo le modalità tradizionali.
Il vino novello, inoltre, per essere definito tale deve:
– presentare almeno il 40% delle uve fermentate da macerazione carbonica;
– possedere una gradazione alcolica dell’11% minimo;
– essere sottoposto a un processo di macerazione di almeno 10 giorni;
– avere un totale di zuccheri residui inferiore a 10 grammi per litro.
Degustazione, abbinamenti e conservazione
Il vino novello è caratterizzato da un colore rosso intenso, con sfumature porpora.
Fruttato e fresco al palato, si coniuga al meglio con ricette a base di prodotti tipici autunnali e in particolar modo con le castagne.
Degustare un bicchiere di vino novello accompagnato da caldarroste, necci, castagnacci o primi e secondi piatti arricchiti da castagne, regala attimi di intenso piacere al palato. Il vino novello, inoltre, sprigiona il meglio delle proprie note aromatiche in accostamento con i funghi – sia freschi che secchi – e con i carciofi.
Si consiglia di consumare il vino novello entro sei mesi dall’immissione in commercio in quanto il suo particolare metodo di produzione gli conferisce una composizione priva di tannino, uno dei principali conservanti del vino, perciò le sue caratteristiche organolettiche risultano poco stabili nel tempo.
Per preservare al meglio gli aromi caratteristici del vino novello come appena acquistato, si consiglia la conservazione in luogo buio e alla temperatura costante di 20°.
Riporre il vino novello nel proprio frigorifero o su uno scaffale portabottiglie, perciò, potrebbe risultare compromettente per la qualità del prodotto, esponendolo a sbalzi termici e variazioni di luce.
In assenza di un luogo adatto, magari un piano interrato adibito a cantina domestica, l’utilizzo di una cantinetta per vino risulterà la scelta ideale per conservare al meglio non solo il vino novello, ma anche tutte le tue etichette preferite.
Vino novello è un vino unico nel suo genere, con delle caratteristiche di produzione che lo rendono diverso da tutte le altre varietà. La sua denominazione deriva dal francese vin primeur o vin noueveau, traducibile con “primo vino” o “vino nuovo”. Spesso viene erroneamente confuso con i vini giovani o di recente vendemmia, ovvero con prodotti che non hanno ancora subito il processo di invecchiamento, perciò è bene chiarire quale sia la peculiarità che distingue questo vino: la fermentazione per macerazione carbonica. Vediamo nel dettaglio in cosa consiste questa tecnica. La macerazione carbonica prevede la conservazione dei grappoli d’uva interi, non pigiati, all’interno di un contenitore saturo di anidride carbonica, alla temperatura di circa 30°. La fermentazione delle uve è favorita dall’assenza di ossigeno che, grazie al metabolismo anaerobico intracellulare innescato negli acini, provoca la conversione degli zuccheri e dell’acido malico in alcol, con una produzione collaterale notevole di glicerolo. La buccia dei chicchi, resa fragile da questo processo, collassa sotto il peso del composto che viene a crearsi e le uve si sfaldano. Queste ultime vengono lasciate a macerare per alcuni giorni, mentre l’alcol ricava gli aromi e il colore dalle bucce. Al termine di questa fase, ciò che resta delle uve viene pigiato e vinificato secondo le modalità tradizionali.
Il vino novello, inoltre, per essere definito tale deve:
– presentare almeno il 40% delle uve fermentate da macerazione carbonica;
– possedere una gradazione alcolica dell’11% minimo;
– essere sottoposto a un processo di macerazione di almeno 10 giorni;
– avere un totale di zuccheri residui inferiore a 10 grammi per litro.
Degustazione, abbinamenti e conservazione
Il vino novello è caratterizzato da un colore rosso intenso, con sfumature porpora.
Fruttato e fresco al palato, si coniuga al meglio con ricette a base di prodotti tipici autunnali e in particolar modo con le castagne.
Degustare un bicchiere di vino novello accompagnato da caldarroste, necci, castagnacci o primi e secondi piatti arricchiti da castagne, regala attimi di intenso piacere al palato. Il vino novello, inoltre, sprigiona il meglio delle proprie note aromatiche in accostamento con i funghi – sia freschi che secchi – e con i carciofi.
Si consiglia di consumare il vino novello entro sei mesi dall’immissione in commercio in quanto il suo particolare metodo di produzione gli conferisce una composizione priva di tannino, uno dei principali conservanti del vino, perciò le sue caratteristiche organolettiche risultano poco stabili nel tempo.
Per preservare al meglio gli aromi caratteristici del vino novello come appena acquistato, si consiglia la conservazione in luogo buio e alla temperatura costante di 20°.
Riporre il vino novello nel proprio frigorifero o su uno scaffale portabottiglie, perciò, potrebbe risultare compromettente per la qualità del prodotto, esponendolo a sbalzi termici e variazioni di luce.
In assenza di un luogo adatto, magari un piano interrato adibito a cantina domestica, l’utilizzo di una cantinetta per vino risulterà la scelta ideale per conservare al meglio non solo il vino novello, ma anche tutte le tue etichette preferite.